FONTE: https://dottorfranchising.it
Alcuni giorni or sono, gran parte della nostra Penisola si è ritrovata bagnata da una coloratissima pioggia di sabbia. Direttamente dai territori subsahariani – come accade più spesso in Algeria, o nelle Isole Canarie, non qui, insomma -, un’aria gonfia di sabbia ha solcato il Mediterraneo e si è abbattuta su di noi.
O meglio, si è abbattuta sulle nostre auto. Per i giorni che seguirono l’insolito accadimento, infatti, le nostre vetture hanno circolato sporche non poco, e quelle il cui lavaggio non si è prontamente verificato, subivano mestamente l’onta del sudiciume persistente. Il problema è, come sappiamo, che il frenetico avvicendarsi dei giorni nostri è scandito da orari di lavoro stressanti, spostamenti, incombenze, inattesi rallentamenti. E proprio quando il weekend si avvicina, mai vorremmo trascorrerlo, anche solo in piccola parte, in fila all’autolavaggio. Minuti preziosi, che siamo costretti a sacrificare per non fare brutta figura all’incontro del sabato pomeriggio, galante o di lavoro che sia. L’altro problema, non da meno, è che i cambiamenti climatici della nostra epoca includono una maggior frequenza di eventi atmosferici fastidiosi, come le precipitazioni piovose contenenti sabbia e terra rossa africane. Per fortuna, da qualche tempo, in soccorso alle auto sporche, arriva l’autolavaggio a domicilio, che da poco ha anche un’app, sebbene destinata solo a chi ha il privilegio (o la sfortuna, dipende dai punti di vista) di vivere nelle grandi, grandissime città, come Roma e Milano. WashOut è un esempio recente di questo tipo. I benefici del nuovo modello di autolavaggio sono multipli: meno stress, meno acqua, meno detersivo, minor impatto ambientale, risultato perfetto. All’idea vincente è stata sapientemente abbinata un’app, attraverso la quale si può prenotare il lavaggio, scegliendo la fascia oraria più conveniente alle proprie esigenze e il posto dove avverrà la pulizia: sotto casa, fuori l’ufficio, nel parcheggio del supermercato, ecc. Come WashOut, altri hanno deciso di proporre al mercato un’offerta di lavaggio auto a domicilio, e sebbene il servizio sia spesso sprovvisto di app, include altre soluzioni, come la disinfezione e la smacchiatura degli interni con il vapore. Stiamo parlando, citando solo i più noti, di Mister Lavaggio, Ecoline Wash, Vapor System.
Qual è il punto, per noi che facciamo scouting di business e di affiliazioni franchising? È presto detto.
Oltre a costituire un’idea innovativa, ecofriendly, quindi in linea con il trend del “pulito è bello” e del “fast and fine”, l’idea dell’autolavaggio a domicilio costituisce un settore franchising in piena espansione e dall’investimento iniziale molto ridotto. Due le ragioni. La prima: sebbene in circolo da alcuni anni, il servizio di autolaggio a domicilio è disponibile solo in alcuni grossi centri urbani. Restano ancora vergini molte città di provincia, dove un’offerta del genere attecchirebbe altrettanto bene. Pensateci: gli unici giorni utili per il lavaggio dell’auto – parliamo di chi ha un lavoro a tempo pieno – sono il sabato e la domenica. Gli autolavaggi self-service si riempiono di vetture in fila e si rischia di perdere anche più di un’ora ad aspettare il proprio turno, ora che si impiegherebbe volentieri facendo altro. La seconda: avviare un’attività di autolavaggio a domicilio comporta una spesa di affiliazione notevolmente più bassa dell’investimento previsto per l’apertura di un’attività self-service. L’affitto del terreno, le spese per le utenze e la gestione, i costi dei macchinari e quelli per la manutenzione, e poi permessi, comunicazioni (alla Camera di Commercio, all’Albo degli Artigiani, all’Inps, all’Inail…) sono tutte le “noie” incluse nel pacchetto dell’attività “fissa”.
Per quella “mobile” invece, cioè per l’affiliazione a franchising di autolavaggio a domicilio, è previsto un capitale iniziale che di solito va dai 3.500 ai 10.000 euro circa. Si apre una partita IVA e stop. A seconda dei servizi, serviranno un kit mobile di prodotti per la pulizia, trasportabili nella vettura che già si possiede, o un furgoncino, quindi un mezzo di trasporto attrezzato per la pulizia e la sanificazione a vapore, per la quale è possibile chiedere – come prevede il mercato – anche più di 100 euro a lavaggio. Alcuni dei franchising che abbiamo segnalato non prevedono royalties, offrono assistenza per la formazione, il marketing (anche digitale, quindi pagine Facebook e relativo advertising), la fornitura dei kit per il lavaggio e, quando serve, il disbrigo delle pratiche burocratiche per la concessione di tutte le autorizzazioni. A giudicare dai recenti servizi del seguitissimo Il Milanese Imbruttito, di Striscia la Notizia e di altri blog e giornali web, il trend dell’autolavaggio a domicilio è davvero in voga. E ora che si avvicina la bella stagione anche chi aspettava gli acquazzoni per ovviare al lavaggio dovrà rassegnarsi a mettersi in fila, a meno che…
A meno che non arriviate voi a rischiarargli la giornata, oltre che la carrozzeria dell’auto.